Giocare a videogiochi violenti rende violenti?
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Chiedendo a qualsiasi giovane a quali giochi gioca, spesso si sentono titoli come Call of Duty, Battlefield, GTA, Red Dead Redemption, e la lista potrebbe allungarsi con molti altri titoli. 

Oltre ad essere tutti 18+ come consiglio PEGI (l’ente europeo che definisce l’età per giocare al videogioco, ricordiamo che non è una legge), in tutti questi giochi è presente una componente di violenza. 

Una domanda che molti si pongono è se giocare a videogiochi violenti rende chi vi gioca una persona più violenta.

Uno studio condotto nel 2019 da Andrew K. Przybylsky e Netta Weinstein (Przybylsky, Weinstein, 2019), finanziato dall’università di Oxford tramite il John Fell Found ha evidenziato come non ci sia correlazione tra l’uso dei giochi violenti e la provocazione di aggressività nei confronti dei ragazzi.

Ragioni per cui i ragazzi giocano a giochi violenti, divisi per genere  (Olson, 2007)

In uno studio longitudinale pubblicato su Nature Molecular Psychiatry nel marzo 2018 i ricercatori hanno voluto cercare eventuali effetti a lungo termine tra videogiochi e comportamento violento.

I volontari sono stati divisi in tre gruppi: uno ha giocato a GTA V (gioco violento); uno ha giocato a The Sims 3 (gioco non violento); infine un gruppo di controllo non ha giocato affatto. L’esperimento è durato due mesi. I risultati sono inequivocabili: «Non sono stati osservati cambiamenti significativi, né quando si confronta il gruppo che gioca un videogioco violento con un gruppo che gioca un gioco non violento, né a un gruppo di controllo passivo (Kuhn, Kugler, 2018).

PEGI è l’ente europeo che valuta i videogiochi a seconda del contenuto

Già nel passato esperimenti riguardo a questo tema erano stati sviluppati. Ferguson (2014) assieme al suo team della Stetson University nel novembre 2014 scoprirono che dal 1996 al 2011 ci sarebbe stata una diminuzione della violenza accompagnata ad un incremento dell’uso di videogiochi violenti. 

Che i videogiochi non causino una maggior violenza sembra essere ormai risaputo negli ambienti accademici. Lo dimostra nuovamente un recente studio dell’Università di Londra, condotto da Agne Suziedelyte pubblicato nel Journal of Economic Behavior & Organization. Lo studio ha valutato gli effetti dei videogiochi violenti sia verso terzi sia verso oggetti di proprietà.

La conclusione è stata quella che l’uso di videogiochi violenti, nello studio COD e Battlefield in soggetti dagli 8 ai 18 anni, non renda le persone violente verso i terzi. La situazione cambia con oggetti di proprietà, quali joystick. I videogiochi violenti potrebbero rendere i bambini agitati, ma questa violenza non si traduce in violenza contro altre persone continua Suziedelyte. 

Studi precedenti sempre di Suziedelyte (2015) hanno dimostrato invece quanto invece i videogiochi possano aumentare la capacità di problem solving assieme ad un aumento del peso.

Il 96% dei bambini e ragazzi italiani di età compresa tra i 6 e i 17 anni gioca ai videogame. 

Nonostante questi studi il rischio di dipendenza nei videogiochi è dietro l’angolo. Il rischio di dipendenza o di mero tempo perso è molto importante da tenere in considerazione. 

La vita vera deve rimanere comunque al primo posto, non girare attorno ai videogiochi, d’altronde: 

Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit.

Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.

 

– Paracelso

Per concludere vengono tradotte le conclusioni di uno studio condotto da Olson e altri nel 2007, di particolare interesse.

Abbiamo scoperto che giocare a giochi di classe M (giochi riservati ad un pubblico maturo, ossia superiore dei 15 anni n.d.t) è comune tra i bambini di età compresa tra 12 e 14 anni. Sebbene il 44% dei ragazzi e il 20% delle ragazze avessero giocato a uno o più giochi della serie Grand Theft Auto intensamente violenta e satirica, i ragazzi avevano cinque volte più probabilità rispetto alle ragazze di aver giocato almeno a un gioco di classe M “molto negli ultimi 6 mesi”.

Ciò suggerisce che il gioco frequente con classificazione M potrebbe essere un indicatore di rischio per le ragazze.

Molti bambini hanno riferito di aver dedicato solo un breve lasso di tempo ai giochi elettronici. Tuttavia, un terzo dei ragazzi giocava quasi ogni giorno; circa 1 ragazzo su 8 giocava 15 ore o più a settimana.

Dato che un numero maggiore di ore di gioco era correlato a un maggiore utilizzo di giochi classificati M, la combinazione di giochi pesanti e violenti merita di essere guardata (di nuovo, soprattutto tra le ragazze). 

I ragazzi che giocano raramente o mai ai videogiochi sono insoliti; poiché il gioco è spesso un’attività sociale per i ragazzi, anche questo potrebbe essere motivo di preoccupazione. 

(visione interessante che pone attenzione sul ruolo sociale dei videogiochi n.d.r)

In particolare, l’uso del gioco di classe M era legato al gioco con gli amici e non era significativamente associato al gioco solitario.

I genitori dovrebbero prestare attenzione ai rischi derivanti dall’avere console di gioco e computer nelle camerette dei bambini, poiché ciò è legato a una maggiore quantità di gioco in generale e a un gioco più classificato M in particolare. 

I genitori dovrebbero prestare particolare attenzione affinché i fratelli maggiori non introducano contenuti inappropriati ai più piccoli; abbiamo scoperto che i bambini che giocavano a giochi con classificazione M avevano il doppio delle probabilità di giocare spesso o sempre con un fratello maggiore. 

I genitori dovrebbero prestare attenzione all’esposizione a contenuti inappropriati e non classificati. (Olson e co., 2007)

 

Bibliografia:

Ferguson C., J., 2014, Does Media Violence Predict Societal Violence? It Depends on What You Look at and When., Journal of Communication 

Olson C. K., Kutner  L. A., Warner D. E., Almerigi J. B. 2007. Factors Correlated with Violent Video Game Use by Adolescent Boys and Girls. Journal of Adolescent Health 41 77–83 

Przybylsky A. K., Weinstein N., 2019, Violent video game engagement is not associated with adolescents’ aggressive behaviour: evidence froma registered report, Department of Experimental Psychology, University of Oxford.

Kuhn S., Tycho Kugler D., Schmalen K., Weichenberger M., Witt C., Gallinat J., 2018, Does playing violent video games cause aggression? A longitudinal intervention study., Nature Molecular Psychiatry  

Suziedelyte A., 2015. Media and human capital development: can video game playing make you smarter?

Suziedelyte A., 2021. Is it only a game? Video games and violence. Journal of Economic Behavior & Organization, pp. 105-125

L’immagine iniziale è del videogioco Far Cry. Immagine presa:  https://www.reddit.com/r/gaming/comments/1bbpqd/playing_the_original_farcry_with_the_cartoon/