Questa estate tuffiamoci negli altri
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La stagione estiva sta per arrivare e sebbene il caldo sia già entrato nelle nostre sofferenze, la voglia di mare e salsedine, mista al profumo di abbronzanti sta iniziando ad avere priorità nei nostri desideri.
Associato a questo periodo, mi viene sempre in mente un aneddoto. 

Un’estate delle tante trascorse qua e là villeggiando nelle diverse coste italiane, ricordo quella volta che incontrai un pescatore seduto sopra uno scoglio. 

–  Il mare, che bello il mare non trovi, giovane? – mi chiese

–  Solo in questa stagione – risposi scherzando, un po’ intimorito e preso alla sprovvista da quella domanda che non mi aspettavo

–  No giovane. Non hai capito niente. Tu ti stai riferendo alla spiaggia non al mare 

–  Allora me lo dica lei cosa c’è di tanto bello nel mare – chiesi. Ormai la diffidenza aveva lasciato spazio alla curiosità

–  Giovane, non devi vederlo con i tuoi occhi ma nei tuoi occhi. Questa distesa blu ha molto da insegnarci. Devi riflettere il mare nelle vite delle persone. Ti piace immergerti?

–  Si beh, molto di più rispetto che nuotare in superficie 

–  Eppure non lo si fa con le persone. Intendo andare in profondità. Si preferisce guardarle nella loro superficie ma ci si sbaglia. Dall’alto tutti i mari risultano uguali ma basta che ti immergi anche poco, giusto appoggiare gli occhi all’acqua e vedi le vera realtà. Vedi la vita che le onde nascondono, vedi i vivaci colori che il celeste del mare copre.
Però con le persone si preferisce avere un rapporto superficiale, solo perché non si ha mai provato ad andare più a fondo. Come i bambini. Hai presente i bambini? I genitori gli dicono di mettere giù la testa per godere dello spettacolo che sta appena sotto i loro piedi sospesi nell’acqua, ma loro hanno paura. Non immaginano neanche cosa si stanno perdendo e non sanno che una volta immersa la testa non vorranno più rialzarla.
Anche noi abbiamo paura ad immergerci nelle persone, non sempre vogliamo conoscerle bene, non sempre abbiamo voglia di cercarle, non sempre abbiamo voglia di entrare nelle loro vite. Non sappiamo però che il bello si cela oltre le nostre paure. 

–  Eh, ma di notte il mare è brutto – affermai con il solito modo giovanile di provocare. Il vecchio alzò lo sguardo e solo allora, illuminate dal forte sole estivo, mi accorsi delle sue profonde rughe.

–  Il mare è sempre lo stesso giovane, cambiano solo le circostanze. Quando sei felice vedi tutte le persone attorno a te felici e quando sei triste vedi le stesse persone diversamente, no? Crediamo che siano sempre gli altri a sbagliare che siano sempre loro a non capire. Non riusciamo a comprendere quanto invece sono i nostri occhi ad ingannarci. Il mare è sempre lo stesso mare, non è lui a cambiare ma il nostro modo di vederlo. Ricorda inoltre giovane che l’uomo non ha la pazienza di attendere. Ci vuole tempo per conquistare l’amicizia o la fiducia di una persona. Il mare ha impiegato secoli per erodere questo scoglio su cui ora sono seduto. Le onde si rompono infrangendosi sulla roccia ma inevitabilmente ne arrivano delle altre. Non bisogna perdere la speranza e parlo di un obiettivo una persona a cui tieni. Così come ci vuole tempo per il mare ad abbellire, arrotondando, i vetri colorati delle bottiglie che incontra anche a noi ci vorrà del tempo per raggiungere i nostri sogni. Ad ogni nostra caduta ci deve essere un’altra onda carica di volontà che cerca di riuscire nel suo intento.
Il mare dice molto giovane, ma voi non riuscite a comprenderlo perché non lo vedete con i giusti occhi. 

Ricordo l’estate scorsa quel poeta seduto sopra uno scoglio che insegnava sereno.