Dietro gli europei
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C’era una volta un individuo esuberante, con una ricchezza infinita, conosciuto da tutti.

Faceva la bella vita in quanto era il più popolare. Non prestava troppa attenzione alle cose che diceva. Più di una volta è stato pure criticato per come diffondeva le notizie e per il suo modello di guadagno. Nonostante ciò in molti lo seguivano.

Un giorno venne un nuovo tipo, che destabilizzò le regole. Un nuovo concorrente che piano piano iniziò a rubare la scena. I giovani iniziarono a seguire l’ultimo arrivato, più vicino a loro come modi di interagire e come linguaggio. Il suo nome era TikTok.


Non che Facebook, il tipo popolare di prima, se la passi male adesso, visto che da poco ha raggiunto il traguardo di mille miliardi di dollari di capitalizzazione, cosa successa solo ad Apple, Google, Amazon e Microsoft.

TikTok è molto frequentato dalle ultime generazioni ma poco conosciuto dalle altre, che pensano sia una copia della creatura di Mark Zuckerberg.


La diversità però rispetto agli altri social si riconosce non solo dalle funzionalità dell’app, molto più incentrata sui video, sul divertimento e leggerezza, celebri sono a tal proposito le imitazioni e i balletti presenti, ma anche sulle sue scelte comunicative.

 

Sono da poco finiti gli europei. La magia del calcio si è fusa con i sogni di noi italiani, donando, come sappiamo, non poche emozioni.
Oltre ad essere stato il primo europeo itinerante, questa competizione ha visto anche per la prima volta una piattaforma social sponsorizzare un evento così importante. Questa app è proprio TikTok.

Che sia innovativa, lo dimostra questa sua partnership. Certo, si può dire che Facebook non abbia avuto bisogno di tutto ciò per diventare ciò che è diventato ma TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, ha posto fin da subito grande importanza agli utenti, cercando un dialogo diverso. Un suo motto affermava: “Don’t make ads. Make TikToks” (non fare pubblicità, fai TikTok), facendo incentrare anche le aziende ad avere una comunicazione più vicino possibile rispetto a quella degli utenti.

Nella partnership ha messo al centro i tifosi veicolando un forte senso di appartenenza e forti momenti di condivisone. “Dove giocano i fans” recitava uno spot della piattaforma durante questi Europei.


Viene naturale quindi dedurre come gli eventi non sono più solo momenti dal vivo, ma sempre più è possibile creare momenti di socialità e condivisione anche in uno spazio virtuale.

Questo passaggio lo ha dimostrato anche Fortnite, il videogioco celebre tra i più giovani, che ha ospitato al suo interno concerti di diversi artisti tra cui Travis Scott.

Si cerca sempre più di puntare su eventi digitali unici, rendendo perfino il gioco non solo una competizione ma anche un modo per vivere delle esperienze in una maniera mai provata prima.

Per fare questo TikTok ha integrato hashtag apposti, filtri e challenge dedicate e portando le persone direttamente sugli spalti degli stadi.


Si può fare finta di non vedere cosa sta succedendo, ma TikTok è da capire e non solo perché il suo nome è apparso in tutti i nostri schermi.

Il social più virale tra tutti, che da poco ha incoronato l’ormai italiano Khaby Lame come seconda persona più seguita all’interno del social, è studiato dal marketing per la particolarità comunicativa che offre.


E i genitori? Cosa sanno di questo social? Esistono delle controindicazioni che vanno sapute e alcuni accorgimenti utili che possono aiutare i figli. Pochi sanno che è presente il parental control su TikTok, funzione che permette di controllare e limitare ciò che l’altro dispositivo compie.

Tutti abbiamo visto quel suo logo con la nota musicale nelle pubblicità ai bordi dei campi, perfino in quello di Wembley della finale era presente.

Oltre ad averlo solo visto, forse è meglio conoscerlo, sia che siamo dei genitori, sia che siamo delle aziende.

Abbiamo preparato un ebook gratuito a proposito, disponibile sul nostro sito nella sezione ebook.