La coerenza della privacy (?)
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I dati personali di oltre 533 milioni di utenti Facebook di 106 Paesi sono stati rubati dagli hackers e pubblicati online in un forum dedicato.

Lo riporta il sito Business Insider.

I dati riguardano milioni di numeri di telefono, nomi completi, indirizzi di casa e email, compleanni.

[Fonte: La Repubblica].

C’è da specificare come questi dati sono stati rubati nel 2019 [articolo] ma adesso sono stati messi online.

In questo sito, inserendo numero di cellulare o mail si può vedere sei le nostre informazioni sono state violate. 

Alla lettura di questa notizia non riesco a non pensare a quando Dick Durbin senatore americano interrogò il CEO di Facebook Mark Zuckerberg chiedendogli: “Condividerebbe con noi in quale hotel è stato ieri sera?”. L’amministratore con non poco imbarazzo gli rispose un “no” secco, probabilmente consapevole di dove voleva andare a parare chi gli poneva la domanda.

L’interrogatore continua dicendo come allora è ben consapevole dei limiti della sua privacy e quanto diffonde a nome dell’America moderna a nome della connessione tra le persone del mondo, continuando il discorso con altre domande sulla privacy e il social. [link].

Si ha timore che i nostri dati vengano pubblicati in un forum online dedicato, piuttosto che siano accessibili senza troppe difficoltà da chiunque (se non si presta attenzione) in un social.

Molte informazioni si ricavano senza troppe difficoltà e nessun attacco hacker.

Probabilmente anche su di me riuscirete a trovare moltissimo perché non è sempre facile stare attenti.

Se ci preoccupiamo che i nostri dati vengano messi alla mercé di sconosciuti con chissà quali intenzioni dopo un attacco hacker, preoccupiamoci anche di quante informazioni lasciamo “legittimamente” alla mercé dell’intero popolo social.

Anche lì non sappiamo quali intenzioni può avere il bacino raggiunto.

Siamo così consapevoli di quante informazioni pubblichiamo?